Forti di Nava
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I forti di Nava
Il Colle di Nava, importante valico alpino tra Piemonte e Liguria che permette l'accesso all’Italia dalla Francia, fu, come molti altri passi analoghi, oggetto di una particolare attenzione allorché, nel XIX secolo (tra il 1870 e il 1888), i Savoia decisero di edificarvi un sistema di fortificazioni.
Prima dell'entrata in guerra dell'Italia questi forti vengono disarmati e gli armamenti spostati sul fronte orientale. Durante gli anni del conflitto essi sono utilizzati per ospitare i prigionieri austriaci fino al momento dell’armistizio.
Negli anni 1929 - 1930 svolgono la funzione di deposito di armi italiane ed austriache recuperate nella Grande Guerra, quindi vengono ristrutturati per ospitare nuovi reparti in attesa delle guerre coloniali e di una possibile invasione della Francia. Così, nel ‘35, nel Forte Centrale e Bellarasco si acquartierano i fanti della divisione “Cosseria” 41° e 42° reg. Fanteria in attesa di partire per il porto di Napoli e da lì imbarcarsi per la Guerra di Abissinia. Nel 1938/39 ospitano i vari reggimenti di fanteria ed alpini in attesa dell'invasione francese e da qui parte per il fronte occidentale l’8° reg. Alpini div. Julia.
Dopo l’8 settembre 1943 sono abbandonati, in essi si smobilitano le truppe provenienti dalla Costa Azzurra 5° corpo d'armata, che vi abbandonano ingenti quantità di armi leggere e munizioni che, nascoste affinché non finiscano in mano ai tedeschi, servono per armare le prime bande dei ribelli che quassù danno vita al movimento partigiano.
Dopo la prima battaglia fra partigiani e nazi-fascisti del 10 - 14 marzo 1944, i forti vengono occupati dalle forze nazi-fasciste, che vi si installano a difesa del valico sino ai primi di giugno del 1944. In tale periodo, infatti, i partigiani della brigata VaI Tanaro, al comando del Cap. Martinengo (Hanau Eraldo), lo assediano e lo espugnano, facendosi consegnare tutte le armi e materiali vari dalla compagnia della Guardia Nazionale Repubblicana, intimando agli stessi fascisti di andarsene a casa e accettando fra le file partigiane chi voleva arruolarsi (circa la metà).
Durante gli ultimi mesi della guerra (dicembre 1944 - aprile 1945) viene occupato dalle truppe tedesche della div. Brandeburgo comandata dal generale Von Lieb detto Love dei Kircassi (Leone dei Kircassi, regione russa dove ha infierito come una belva): diversi partigiani italiani e Maquisard francesi vi vengono imprigionati in attesa di essere giustiziati come poi avviene. Tra questi, ci sono due giovani della Costa Azzurra (Francois Dominaci e Antonie Midou) fucilati a Pieve di Teco intorno al 10 aprile 1945, ed il capo partigiano Brancher Alfredo del Colle di Nava martirizzato al Albenga.
Il complesso:
· Forte Centrale, sul colle. È un forte di sbarramento in fossa con pianta poligonale costruito su due piani.
Ottimamente conservato e visitabile, era attraversato dal primitivo tracciato della strada (che ora, molto
allargata, scollina passando a fianco del forte), di cui sono rimasti ben visibili il percorso ad 'S' (fatto
apposta per difenderlo dal tiro nemico) e due ponti levatoi (ora fissi). Da notare anche lo scavo di una grossa
trincea esposta alle artiglierie del forte e collegata al suo fossato difensivo, per evitare che potesse essere
aggirato dagli attaccanti. Il fossato era controllato da quattro caponiere trapezoidali. Con l’inserimento
dell’opera nel Vallo Alpino venne costruita altresì una piccola postazione (la 209) in cemento armato entro
le mura a sud, perfettamente inserita nel fossato del forte centrale.
Il forte è gestito da un’associazione locale che ne cura la manutenzione e ne garantisce l’apertura in taluni
giorni all’anno (purtroppo pochi), in particolare durante le festività locali.
· Forte Richermo, a SE, sul versante della Valle Arroscia, è in realtà null’altro che un fortino circolare di
avvistamento, poco più che un avamposto di appoggio ai forti Centrale e Bellarasco.
· Forte Pozzanghi, a NW, gemello del precedente ma sul lato opposto del colle di Nava. È recentemente stato
ripristinato un comodo percorso pedonale nel bosco che lo collega alla carrozzabile fra Nava e S. Bernardo
di Mendatica.
· Forte Bellarasco, a E, sulla costiera che collega Colle di Nava con la valle di Armo. È anch’esso, come il
Centrale, un forte di sbarramento in fossa, su due piani. Fino a pochi anni fa era usato dall'Esercito
Italiano per campi estivi, ora è ancora proprietà dell'amministrazione militare ed è chiuso. È facilmente
raggiungibile deviando a sinistra dalla SS28 subito dopo il forte Centrale se si sta viaggiando verso la
Liguria (a destra prima del cartello del forte in caso contrario).
· Forte Montescio, a N, tra Colle di Nava e la colla dei Cancelli di Cosio di Arroscia, permetteva di sorvegliare
la Valle del Tanarello, verso la Francia, fungendo altresì da collegamento tra la Piazza di Nava e quella di
Cima di Marta e del Saccarello. Molto discosto dagli altri fortini, è in condizioni di forte degrado
architettonico ed è pericoloso entrarvi a causa della possibilità di crolli.